23 Gennaio, 2018
Il Premio Louis-Jeantet per la medicina 2018 è attribuito ad ANTONIO LANZAVECCHIA, direttore dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina a Bellinzona e Professore all’Università della Svizzera italiana e a CHRISTER BETSHOLTZ, direttore del Centro Cardio-Metabolico integrato al Karolinska Institutet e Professore all’Università di Uppsala.
La FONDAZIONE LOUIS-JEANTET ha stanziato per ciascuno dei due premi assegnati nel 2018 la somma di 700.000 franchi svizzeri, di cui 625.000 destinati a finanziare la prosecuzione dei lavori dei vincitori e 75.000 attribuiti personalmente.
Etrambi i vincitori conducono ricerche di biologia fondamentale da cui si attendono importanti ripercussioni in medicina.
ANTONIO LANZAVECCHIA, di nazionalità Italiana, è insignito del Premio Louis-Jeantet per la medicina 2018 per le sue scoperte sulla risposta immunitaria nell’uomo e le possibili applicazioni nello sviluppo di nuovi vaccini e terapie basate sugli anticorpi. |
Gli anticorpi, elementi chiave del sistema immunitario, proteggono il nostro corpo dagli agenti patogeni (batteri, virus, parassiti, ecc.). Antonio Lanzavecchia e i suoi colleghi hanno sviluppato nuovi metodi per isolare, dalla risposta immunitaria dell’uomo, anticorpi potenti e ad ampio spettro contro agenti infettivi comuni, come il virus influenzale e il citomegalovirus, o emergenti, come i virus Ebola o Zika. Questi studi hanno inoltre condotto alla sorprendente scoperta, in individui esposti al parassita della malaria, di un nuovo meccanismo di diversificazione degli anticorpi. Questi risultati hanno importanti implicazioni per comprendere le interazioni fra ospite e patogeni e per sviluppare nuovi vaccini e anticorpi terapeutici.
Antonio Lanzavecchia utilizzerà l’importo del premio attribuitogli per continuare la sua ricerca sul nuovo meccanismo di diversificazione degli anticorpi
il Premio Louis-Jeantet per la medicina è assegnato allo svedese CHRISTER BETSHOLTZ per le sue scoperte fondamentali in biologia vascolare, in particolare la caratterizzazione di cellule specializzate – i periciti – e il loro ruolo nello sviluppo e nella permeabilità vascolare.
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Christer Betsholtz studia l’angiogenesi e cioè il processo che porta alla formazione di nuovi vasi sanguigni a partire da quelli esistenti. In particolare, ha fatto importanti scoperte riguardanti la vascolarizzazione della barriera emato-encefalica, una struttura protettiva che impedisce alle tossine che circolano nel sangue di entrare nel cervello, consentendo nel contempo il passaggio di nutrienti e di sostanze necessarie al suo corretto funzionamento. Le sue scoperte consentiranno nuovi sviluppi nel trattamento delle malattie cerebrali.
Christer Betsholtz impiegherà i fondi ottenuti grazie a questo premio per approfondire ulteriormente il ruolo dei vasi sanguigni nel sistema nervoso centrale nei processi normali e patologici.
La CERIMONIA DI PREMIAZIONE si terrà mercoledì 25 aprile 2018 a Ginevra (Svizzera).
ANTONIO LANZAVECCHIA
Nato nel 1951 in Italia, Antonio Lanzavecchia ha studiato, come allievo dell’Almo Collegio Borromeo, all’Università di Pavia dove ha conseguito la laurea in medicina e si è specializzato in pediatria e in malattie infettive. Ha iniziato la ricerca in immunologia cellulare presso l’Università di Genova e nel 1983 si è trasferito in Svizzera all’Istituto di Immunologia di Basilea dove ha lavorato fino al 2000, quando è diventato direttore fondatore dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina di Bellinzona. È stato professore di Immunologia presso le Università di Genova e Siena e presso il Politecnico federale (ETH) di Zurigo.
Antonio Lanzavecchia ha ricevuto la medaglia d’oro dell’EMBO, il premio Cloetta, il premio Robert Koch e il premio Sanofi-Institut Pasteur. È membro dell’EMBO, dell’Accademia svizzera di Scienze Mediche e della US National Academy of Sciences.
Gli anticorpi: elementi chiave delle difese dell’organismo
Gli anticorpi sono stati usati da oltre un secolo per proteggere da tossine e malattie infettive. Tuttavia, nonostante il loro grande potenziale, il loro uso è ancora limitato in quanto è stato sempre molto difficile isolare potenti anticorpi neutralizzanti. Lanzavecchia e i suoi collaboratori hanno sviluppato nuovi metodi per isolare, da linfociti B memoria, anticorpi neutralizzanti ad ampio spettro contro agenti infettivi comuni, come il virus influenzale e il citomegalovirus, o emergenti, come i virus Ebola o Zika. Questi anticorpi sono possono essere sviluppati per la profilassi e la terapia delle malattie infettive e usati come strumento per identificare le componenti essenziali di un vaccino.
Questi studi hanno portato anche alla scoperta, in individui esposti al parassita della malaria, di un nuovo meccanismo di diversificazione che consiste nell’inserzione, nei geni degli anticorpi, di sequenze di DNA provenienti da altri cromosomi. Questo nuovo tipo di anticorpi contiene un frammento extra che deriva da una proteina cellulare che il parassita utilizza per sfuggire alla risposta immunitaria. Diverse modalità di inserzione portano ad “anticorpi naturalmente modificati”. Questi risultati fanno luce sulla complessa interazione tra il parassita della malaria e il sistema immunitario e suggeriscono che anticorpi simili potrebbero essere prodotti spontaneamente in risposta ad altri patogeni. Il lavoro di Lanzavecchia mostra come la ricerca immunologica di base possa non solo generare nuovi vaccini e anticorpi terapeutici, ma anche portare a scoperte inaspettate sulla ingegnosità della natura.
CHRISTER BETSHOLTZ
Nato a Stoccolma nel 1959, Christer Betsholtz ha studiato medicina all’Università di Uppsala, dove si è laureato nel 1986 e ha fondato il suo primo gruppo di ricerca indipendente. Si è trasferito all’Università di Göteborg nel 1994 e al Karolinska Institutet di Stoccolma nel 2004. Nel 2013 è tornato a Uppsala come professore di Biologia Vascolare e dei Tumori, mantenendo nel contempo il ruolo di Direttore del Centro Cardio-Metabolico integrato AstraZeneca / Karolinska Institutet.
Christer Betsholtz è stato eletto membro dell’Organizzazione europea per la biologia molecolare (EMBO) nel 2004. È anche membro dell’Academia Europaea, della Royal Academy of Sciences svedese e dell’Assemblea del Nobel al Karolinska Institutet. È stato insignito di numerosi premi, tra cui il Premio Göran Gustafsson, il Premio Axel Hirsch e il Premio medico Anders Jahre.
Formazione e funzione della vascolarizzazione del sistema nervoso centrale (SNC)
Quasi tutti gli organi del nostro corpo contengono dense reti di vasi sanguigni che forniscono ossigeno e sostanze nutritive, rimuovono i prodotti di scarto e consentono una rapida distribuzione delle cellule immunitarie. Mentre i vasi sanguigni sono formati da meccanismi generali e composti dagli stessi tipi di cellule – cellule endoteliali (cellule che rivestono la superficie interna dei vasi sanguigni) e cellule perivascolari che avvolgono la superficie del tubo vascolare (periciti e cellule muscolari lisce vascolari) – il risultato finale sono letti capillari organotipici. Sono perfettamente adattati alle funzioni specifiche di ciascun organo, che variano dall’assorbimento nell’intestino, alla respirazione nei polmoni, o alla filtrazione nel rene.
La vascolarizzazione del SNC ospita un’unità anatomico-funzionale nota come barriera emato-encefalica (BEE), che protegge il cervello da sostanze potenzialmente neurotossiche presenti nel sangue, consentendo nel contempo il passaggio di sostanze nutritive e ‘mattoncini’ per la costruzione molecolare, essenziali per il corretto funzionamento del cervello. Il lavoro di Christer Betsholtz ha contribuito a spiegare come i vasi sanguigni crescano nel SNC attraverso la formazione di speciali cellule endoteliali; come le cellule endoteliali lancino messaggi ai periciti per favorirne il recrutamento; e come i periciti stabilizzino i capillari creati e promuovano la maturazione della BEE. Il suo lavoro ha fatto luce sulle cause genetiche delle malattie neurovascolari, e ha mappato lo schema di espressione genica dei diversi tipi di cellule vascolari del cervello, aprendo nuove vie per lo sviluppo di cure per le malattie cerebrali.
IL PREMIO LOUIS-JEANTET PER LA MEDICINA
Il Premio Louis-Jeantet per la medicina distingue ogni anno ricercatori di spicco che svolgono la propria attività in uno dei paesi membri del Consiglio d’Europa.
Da quando è stato indetto nel 1986 fino ad oggi, il Premio Louis-Jeantet è stato attribuito a 88 ricercatori: 27 in Gran Bretagna, 15 in Germania, 16 in Svizzera, 14 in Francia, 3 nei Paesi Bassi, 4 in Svezia, 2 in Austria, 2 in Belgio, 2 in Finlandia, 2 in Norvegia ed 1 in Italia. Tra gli 88 ricercatori premiati, a 10 di questi è stato attribuito successivamente dal Premio Nobel per la fisiologia o la medicina, o il Premio Nobel per la chimica.
Il Premio Louis-Jeantet per la medicina è un’onorificenza tra le meglio dotate in Europa, che incoraggia l’eccellenza scientifica. Non è destinato a ricompensare un’opera compiuta, bensì a finanziare la prosecuzione di progetti di ricerca innovativi e ad alto valore aggiunto che hanno un impatto più o meno immediato per la cura delle malattie.
Dal 1986, la Fondazione ha attribuito agli 88 vincitori più di 60 milioni di Franchi svizzeri per la prosecuzione delle ricerche.
LA FONDAZIONE LOUIS-JEANTET
La Fondazione Louis-Jeantet ha come obiettivo il progresso della medicina e la difesa dell’identità e del posto della ricerca biomedica europea nella competizione internazionale. Voluta da Louis Jeantet, uomo d’affari francese e svizzero d’adozione, e istituita in seguito alla sua scomparsa, ha sede a Ginevra (Svizzera) ed ha avviato la sua attività 35 anni fà. La fondazione si vuole parte di un’Europa aperta che dedica i suoi sforzi al riconoscimento e incoraggiamento delle competenze in campo medico per il benessere di tutti.
La Fondazione Louis-Jeantet dedica circa 4,2 milioni di Franchi svizzeri ogni anno per sostenere la ricerca biomedica; questa somma viene equamente ripartita tra progetti di ricerca europei e locali. A livello locale, la Fondazione sostiene lo sviluppo dell’insegnamento e della ricerca presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Ginevra.
Dal 2010, l’EMBO e la Fondazione Louis-Jeantet collaborano per promuovere i lavori di ricerca avanzata dei vincitori del Premio Louis-Jeantet per la medicina. In quest’ambito, l’EMBO Molecular Medicine pubblica alcuni contributi dei vincitori e sponsorizza le Conferenze Louis-Jeantet tenute da questi ultimi in occasione del Congresso annuale dell’EMBO.