Bellinzona– 14 giugno 2024 – Nonostante sia ben noto il ruolo sia di HMGB1 che di CXCL12 nella progressione tumorale e nella diffusione metastatica verso siti distali, l’attività dell’eterocomplesso CXCL12/HMGB1 in questo contesto non è mai stata investigata.
Pirani et al., nello studio pubblicato su Frontiers in Immunology, descrivono un nuovo protocollo di spettrometria di massa che consente di distinguere inequivocabilmente le isoforme ridotta e ossidata di HMGB1 nei lisati cellulari. La ricerca rivela che cellule epiteliali umane derivate da tumori della mammella e della prostata esprimono prevalentemente HMGB1 nella sua forma ridotta, permettendo la formazione dell’eterocomplesso CXCL12/HMGB1. Tutte le cellule tumorali rilasciano HMGB1 nel microambiente extracellulare insieme a concentrazioni variabili degli enzimi tioredossina e tioredossina reduttasi, che contribuiscono a mantenere HMGB1 nella sua forma ridotta. L’eterocomplesso CXCL12/HMGB1 potenzia, tramite il recettore CXCR4, la migrazione e invasività di cellule tumorali con alto potenziale metastatico, che producono sia tioredossina che tioredossina reduttasi. Al contrario, le cellule tumorali con basso potenziale metastatico, prive di tioredossina reduttasi, catturano rapidamente CXCL12 e non rispondono all’eterocomplesso.
Lo studio indica che la distruzione dell’eterocomplesso CXCL12/HMGB1 potrebbe rappresentare una strategia terapeutica efficace per inibire l’invasione e la diffusione metastatica nelle terapie antitumorali.
Questo studio è stato condotto nel laboratorio diretto dalla Prof.ssa Uguccioni in collaborazione con la Bios+ Mass Spectrometry Facility (https://irb.usi.ch/facilities/mass-spectrometry/), ed è stato supportato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica, dalla Fondazione San Salvatore e dalla Fondazione Ceschina.