6 maggio, 2020
La settimana edizione delle IBSA Foundation Fellowships – che assegna ogni anno cinque borse di studio a giovani ricercatori provenienti da università e istituti di ricerca nel mondo che si sono distinti per le loro capacità e hanno in corso progetti particolarmente rilevanti in specifiche aree di ricerca della disciplina medica – ha visto tra i ricercatori premiati anche Tommaso Virgilio, dottorando nel gruppo di Santiago González all’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB, affiliato all’USI), per la sua ricerca nel campo della dermatologia.
Tommaso Virgilio raggiunge il Ticino dopo il suo percorso di studi in Medicina Veterinaria all’Università degli Studi di Milano, durante il quale ha sviluppato la sua passione per la ricerca scientifica che l’ha portato prima a lavorare in un laboratorio presso l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e poi a ricercare una formazione specifica a Bellinzona, presso l’IRB, dove ha iniziato il suo dottorato. Qui, guidato dal suo direttore di laboratorio, il Dr. Gonzalez, ha indirizzato le sue ricerche ad un progetto sul melanoma, tumore la cui malignità è data principalmente dall’altissima capacità di creare metastasi. “Il melanoma è uno dei tumori definiti hot, cioè i tumori che sono più facilmente riconosciuti dal sistema immunitario, che tuttavia non riesce ad eliminarli. Da qui nasce il nostrointeresse, ovvero capire come mai non si instaura un’infiammazione capace di eliminare il tumore. La nostra ricerca consiste, infatti, nell’osservare come il sistema immunitario nel linfonodo sentinella, che è il primo organo dove si formano metastasi, reagisce all’invasione del melanoma. Stiamo cercando di capire quali meccanismi bloccano l’infiammazione e l’eliminazione della metastasi e come possiamo modificarli per una possibile terapia”, spiega Virgilio.
La borsa di studio della Fondazione IBSA per la ricerca scientifica permetterà di approfondire proprio questi aspetti della ricerca in campo dermatologico. “L’emergenza in corso non ci ha permesso di organizzare la consueta cerimonia di premiazione, ma questo ci stimola ad andare avanti con ancora più energia” – ha commentato Silvia Misiti, Direttore della Fondazione. “Abbiamo tutti preso una maggiore consapevolezza del ruolo fondamentale che la ricerca scientifica svolge per proteggere la nostra salute. È dunque necessario continuare a sostenere i ricercatori, perché il loro lavoro è l’arma più potente che abbiamo per difenderci da una pandemia, e la fonte di nuove terapie”. È con questo spirito che Virgilio affronta il lavoro in laboratorio e una quotidianità che, con l’emergenza Covid-19, è cambiata: “L’attuale situazione mette in evidenza come il nostro lavoro abbia un impatto concreto nella vita di tutti i giorni. A volte sembriamo lontani dalla realtà, quando le nostre scoperte sembrano così piccole o così distanti temporalmente da una possibile applicazione. Eppure in questi momenti ci ricordiamo quanto è importante il nostro lavoro, che è l’unico che può trovare una soluzione a questo tipo di problemi sanitari“. Alcuni laboratori dell’IRB si concentrano infatti in particolare sul Covid-19 ma sono molti gli ambiti di ricerca che continuano a venir studiati e approfonditi. “Trovo importante ricordare che da una parte dovremmo tutti contribuire alla lotta contro l’attuale pericolo numero uno, il SARS-CoV-2, ma dall’altra è anche importante non fermare la ricerca contro le altre malattie su cui lavoriamo solitamente e che continuano ad essere presenti”, sottolinea Virgilio.
Quello che appassiona maggiormente Virgilio nel suo lavoro di ricercatore è lavorare al confine tra ciò che è conosciuto e ciò che è ancora ignoto e da scoprire: “Il nostro compito è utilizzare ciò che sappiamo per scoprire ciò che ancora non si conosce. Siamo, nel nostro piccolo, una sorta di esploratori dei nostri giorni, esploriamo territori sconosciuti e li portiamo alla luce”, conclude.